L’arte di cadere
Biblioteca dei Leoni, 2015
Canzoniere amoroso
Dalla prefazione di Paolo Ruffilli:
[…] Ecco un’inedita versione molto femminile che […] si fa scrittura viva di un intreccio che non separa affatto l’anima dai visceri e lega i fremiti del piacere agli orizzonti della maternità con un laccio la cui natura è decisamente sacra […] Per disegnare questo ritratto dell’Amore in tutta la sua dinamica, Raffaela Fazio ricorre senza timori al giro luminoso delle immagini che, nulla perdendo dei tratti e delle forme del reale, recuperano gli echi dell’erotica affettuoso-passionale, le atmosfere più rarefatte del pensiero, certa figurazione teatrale, la colorata aggettivazione vedutista, la carnalità spirituale della mistica, in un incalzare poetico originale, dall’andamento dolcemente discorsivo, dal linguaggio ricco di una molteplicità di sfumature e capace di continue angolazioni anticonvenzionali. E L’arte di cadere è un moderno canzoniere d’amore, in cui l’amore è l’occasione per dichiarare la predilezione per una dimensione attiva e costruttiva, oltre che naturale e necessaria, esperienza fondante dentro la realtà complessa della vita: di una forza espressiva e di una suggestione rilevanti che coinvolgono nel profondo alla lettura.
***
Poesie
Io sono
la punta dell’iceberg boreale
e sotto
ci sono ancora io
ma con un altro pronome personale.
*
Vorrei con tutto il corpo
dispiegato alla conquista
ghermire in te qualcosa
che non è più materia
e più non si esaurisce- viatico
magnifico.
Ma insieme attrarre a me
con la più rarefatta particella
del mio dire
il carico carnale
del tuo peso specifico.
*
Opposti contigui
Come il sole cerca di notte
l’altro versante della terra
il familiare si sposta nell’ignoto.
Io e te che in guerra
lucenti ci amiamo
ora torniamo
a due paci lontane.
Lasciamo il letto
assolato e sfatto
come un assoluto che invano
cercherebbe un confine
come un dire infinito
che si ritira dal detto.
*
Quanta destrezza ci chiede questo amore
senza né bozza modello commissione
se anche il pittore
che tutto ha in mente prima di iniziare
si deve poi accordare
con il bianco
un po’ recalcitrante sulla tela
col verde
che vira e si converte per un niente
col viola spaesato
col rosso che non c’è
ma che è in agguato.
*
Verosimiglianza
Tutte le volte
che mi ritorni in mente
nel recinto
delle mie tempie ti tengo
mentre scalci sotto il sol leone.
Ma più simile al vero
saresti
se come un’eclissi
tu mi tornassi
invece
nel cuore.
*
Non è facile lasciarlo
E ci è caro
per il tempo il retrogusto della cura
che ogni volta un po’ lo aggiusta
(o fiocco o limatura, un altro tocco)
per la mimesi col moto delle cose
e il riparo che ci chiede
sotto voce.
In pendenza ci giochiamo
come peso
baricentro
che ritorna
o un guaito dietro l’uscio
che ci sveglia.
Non è facile lasciarlo.
È un pensiero.
E ci aspetta per entrare.
Ma il suo nome vero
è Sbaglio.
*
Me lo ripeti
“Per un bene maggiore”.
Quando giunge l’ora
si dice ci voglia un vaso più grande.
Ma adesso tutto il peso
è nella parte nuda di me che pende
sfilacciata
col terriccio abbarbicato e duro.
Tutto il buio
è qua nel mezzo
di due alibi perfetti
per la nostra infertile saggezza
perché al trapianto
seguirà il rigetto
se quello che ora ci ferisce
non si radica
in altezza
se non conquista tutto
se infine non marcisce.
*
Faccio ripartire
il viaggio
il racconto di un viso
che non ho più toccato
il giorno
che è finito.
Lo faccio ripartire
da un attimo preciso.
Poi sposto quel momento come fosse
la punta di un compasso
per vedere
con uguale raggio
il mutare del disegno
e del coraggio con cui s’ingegna
la memoria
nel fare dei suoi chiusi passi
una danza di vittoria.
*
Consigli per quando mi pensi
Conserva le mie anche
a temperatura ambiente
il corpo nel verso giusto
(con la testa
rivolta al presente)
ma le labbra vanno riposte
un poco dischiuse
nel buio appena torchiato
nell’attesa
nel mosto.
*
Credo
contro la comprova
e il suo primato.
Credo nel credere
oltre il risultato.
E se anche non credessi
crederei
nel curare
fino in fondo
le premesse.
*
Ci unisce
la materia
libera coerente nel passaggio
tra i suoi stati
indifferente si direbbe ai nomi
agile docile alle circostanze.
Così la vera scienza
sarebbe casomai capire
se amore sia sostanza
uguale
sulle cime e in un cratere
tra i pori di una foglia e a mezz’aria
oppure
se sia forma
che divide e in sé si spezza
si staglia come neve lago nube
e bella non condona
nell’altro e nell’altrove la bellezza.
*
Qualcosa accade
a distanza
qualcosa a distanza
di tempo
e qualcosa
accade soltanto
quando è stata compresa
soprattutto
se a portarla era il caso.
*
Se sappiamo aspettare
le giuste intemperie
ci arrotonda il tempo
le cime
per farci simili alle prime
ombre che ci hanno abitato
e piegare ogni versante
al ruscellare degli opposti
verso un unico assenso
nella prestabilita
confluenza
di ogni imprevisto.